Pubblico e ho il piacere di ospitare "in esclusiva" sul mio blog un commento politico inviatomi da Davide Cecio, uomo che stimo e mio carissimo amico. Riporto il contenuto da lui redatto in prima persona e sotto forma di intervista, senza modifiche e nella sua interezza.
Aggiungo inoltre che sono onorato di ospitare questo suo intervento pubblico, il primo da quattro anni a questa parte, da quando cioè Davide è stato investito dalle vicende giudiziarie che tutti conosciamo e che si sono concluse, è opportuno ricordarlo, con una assoluzione al primo grado di giudizio. Di seguito il testo.
"All’indomani del voto ho ricevuto una valanga di mail più o meno illustri che mi chiedevano di conoscere la mia opinione su quanto è avvenuto. Un amico in particolare ha articolato la sua richiesta corredandola di domande a cui ho così risposto…
Caro Davide come stai?
Credetemi non è mai scontato parteciparmi il vostro affetto e la vostra amicizia…
Ho letto un sacco di opinioni sulle recenti elezioni sai regalarmi qualcosa di originale da condividere magari con gli amici al bar?
Beh, magari darà di te una dimensione come dire un tantino… controcorrente.
Io credo che la responsabilità maggiore della sconfitta sia da imputare alla cronologia delle scelte di Veltroni. Molto si è detto ma secondo la mia opinione le ragioni di questa sconfitta hanno già nelle primarie, che hanno di fatto costituito il nuovo soggetto politico, un fondamento ineludibile della sconfitta elettorale.
Il confronto con due esponenti del Governo Prodi ha sancito, come ebbi a dire già a suo tempo, un distinguo tra chi si riconosceva in un difficile impegno volto a garantire al paese condizioni di ripresa magari orientandosi nel difficile compito di mediazione con forze così diverse e chi magari aprendo ad un dialogo con il centrodestra prefigurava nuove condizioni di Governo.
Vedi formalmente Prodi è caduto per mano di Mastella ma è palese che dapprima la politica e le leggi non hanno saputo difendere un assunto costituzionale che sanciva l’innocenza di qualsiasi imputato, nella fattispecie il Ministro della Giustizia e leader di un partito della Coalizione di Governo, sino a prova contraria. Su questo ti prego di riflettere conscio che ciò che una persona perde negli strascichi mediatici e giudiziari di questo paese non te la restituisce nessuno tantomeno una sentenza di assoluzione.
Veltroni alla vigilia di uno scandalo cavalcato da quanti hanno visto nella politica il ricettacolo del malessere del paese (la Casta) e clamorosamente smentiti dal dato elettorale che ha visto trionfare il campione dell’antipolitica penalizzando la partecipazione e l’approfondimento, ha pensato fosse utile indicare nella scelta solitaria del PD un distinguo percepibile, non ce lo scordiamo, alla vigilia di un Referendum che avrebbe ulteriormente accentuato un indirizzo bipolare a scapito della partecipazione delle forze politiche più piccole. Questa è secondo me la più irragionevole delle scelte del leader del nostro partito. Molti sostengono immaginasse di poter flirtare con Berlusconi per garantire una nuova legge elettorale, di fatto ha pensionato l’esperienza Prodi e rimandato Berlusconi al Governo.
…e ora?...cosa ci aspetta?
Odio perdere. Per me una Coalizione che era al Governo ed ora è all’opposizione dovrebbe comunque riflettere sulle scelte fatte ed invece troppo spesso in politica si eludono le responsabilità a vantaggio dei dati positivi. Il Partito Democratico è sicuramente la novità del panorama politico italiano e in prospettiva credo porterà questa forza al governo del paese ma ha scapito di che? Tralascio ogni giudizio sul Governo di Centro destra, vedremo quanti degli impegni assunti in campagna elettorale riuscirà quelle forze a rispettare ma trovo allucinante che parti da considerarsi in milioni di elettori non trovino rappresentatività in parlamento. Mio padre ha militato nel Sindacato in anni difficili quando la contrapposizione la si esprimeva in piazza con bulloni e molotov quando non con il terrorismo e le stragi, tornassi indietro, specie conscio del risultato del PD livornese, il mio voto andrebbe alla Sinistra Arcobaleno. Credo che ora andrà profuso un impegno ulteriore specie nei luoghi di lavoro in testa con quel Sindacato che da tempo rischia di perdere una funzione di coagulo democratico della forza lavoro. Aspettiamoci tempi difficili ma ti raccomando un impegno serio dalla parrocchia al partito perché si eluda la via della violenza, io dalla mia aspetterò una sentenza d’appello che prefiguri per me nuovi scenari…magari mi deciderò a fare un figlio come sentore di speranza nel futuro, e mi restituisca definitivamente quella serenità che le mie scelte politiche mi hanno brutalmente tolto.
E Livorno?
Come mi disse una volta un prete “con tutte le lacrime che hai versato per la tua città ci si potrebbe riempire un acquasantiera in duomo”.
Amo la mia città, e nel contempo vorrei starne lontano per apprezzarne i soli pregi e dimenticare le enormi contraddizioni di un popolo fiero e provinciale. Odio svegliarmi la mattina e leggere il giornale dove colgo mille richiami a ragioni che mi portarono a fare allora scelte coraggiose di confronto con il partito di maggioranza relativa, scelte che ho pagato con sofferenza nel silenzio desolante degli amici più cari di quel partito che ho amato e che ha rinnegato se stesso per scelte di comodo. Leggo che si studia per presentarci da soli alle prossime elezioni ma non ne colgo in termini politici una sostanziale novità. A Livorno ha comandato sempre e solo il Partito Comunista poi DS, da loro prescindono qualsivoglia decisione e il confronto serio langue da sempre a scapito di una classe dirigente che fa la padrona a casa nostra ma con il dato più alto per consensi in Italia non ha personalità significative ne nel Partito regionale ne tantomeno in quello nazionale.
Credo che Livorno sarà terreno di scontro su un modello di sviluppo che abbisogna per stare al passo del Mercato e della Globalizzazione del contributo di tutte le forze imprenditoriali e politiche. Doveroso sarà uscire da una dinamica autoreferenziale, lo ha espresso con pragmatismo Matteoli nei giorni scorsi a mezzo stampa, difficile sarà secondo me il ruolo di un Sindaco chiamato a trovare una sintesi tra le necessità del buongoverno e nel contempo a garantirsi un consenso interno al proprio partito che gli dia la possibilità di proseguire un quinquennio difficile.
Credo doveroso che su questo modello di sviluppo si trovi presto una convergenza e spero che il richiamo a vicende giudiziarie denunciate ante elezioni dal Presidente dell’Autorità Portuale non inaspriscano il confronto sulla città.
Un abbraccio
Davide"
Aggiungo inoltre che sono onorato di ospitare questo suo intervento pubblico, il primo da quattro anni a questa parte, da quando cioè Davide è stato investito dalle vicende giudiziarie che tutti conosciamo e che si sono concluse, è opportuno ricordarlo, con una assoluzione al primo grado di giudizio. Di seguito il testo.
"All’indomani del voto ho ricevuto una valanga di mail più o meno illustri che mi chiedevano di conoscere la mia opinione su quanto è avvenuto. Un amico in particolare ha articolato la sua richiesta corredandola di domande a cui ho così risposto…
Caro Davide come stai?
Credetemi non è mai scontato parteciparmi il vostro affetto e la vostra amicizia…
Ho letto un sacco di opinioni sulle recenti elezioni sai regalarmi qualcosa di originale da condividere magari con gli amici al bar?
Beh, magari darà di te una dimensione come dire un tantino… controcorrente.
Io credo che la responsabilità maggiore della sconfitta sia da imputare alla cronologia delle scelte di Veltroni. Molto si è detto ma secondo la mia opinione le ragioni di questa sconfitta hanno già nelle primarie, che hanno di fatto costituito il nuovo soggetto politico, un fondamento ineludibile della sconfitta elettorale.
Il confronto con due esponenti del Governo Prodi ha sancito, come ebbi a dire già a suo tempo, un distinguo tra chi si riconosceva in un difficile impegno volto a garantire al paese condizioni di ripresa magari orientandosi nel difficile compito di mediazione con forze così diverse e chi magari aprendo ad un dialogo con il centrodestra prefigurava nuove condizioni di Governo.
Vedi formalmente Prodi è caduto per mano di Mastella ma è palese che dapprima la politica e le leggi non hanno saputo difendere un assunto costituzionale che sanciva l’innocenza di qualsiasi imputato, nella fattispecie il Ministro della Giustizia e leader di un partito della Coalizione di Governo, sino a prova contraria. Su questo ti prego di riflettere conscio che ciò che una persona perde negli strascichi mediatici e giudiziari di questo paese non te la restituisce nessuno tantomeno una sentenza di assoluzione.
Veltroni alla vigilia di uno scandalo cavalcato da quanti hanno visto nella politica il ricettacolo del malessere del paese (la Casta) e clamorosamente smentiti dal dato elettorale che ha visto trionfare il campione dell’antipolitica penalizzando la partecipazione e l’approfondimento, ha pensato fosse utile indicare nella scelta solitaria del PD un distinguo percepibile, non ce lo scordiamo, alla vigilia di un Referendum che avrebbe ulteriormente accentuato un indirizzo bipolare a scapito della partecipazione delle forze politiche più piccole. Questa è secondo me la più irragionevole delle scelte del leader del nostro partito. Molti sostengono immaginasse di poter flirtare con Berlusconi per garantire una nuova legge elettorale, di fatto ha pensionato l’esperienza Prodi e rimandato Berlusconi al Governo.
…e ora?...cosa ci aspetta?
Odio perdere. Per me una Coalizione che era al Governo ed ora è all’opposizione dovrebbe comunque riflettere sulle scelte fatte ed invece troppo spesso in politica si eludono le responsabilità a vantaggio dei dati positivi. Il Partito Democratico è sicuramente la novità del panorama politico italiano e in prospettiva credo porterà questa forza al governo del paese ma ha scapito di che? Tralascio ogni giudizio sul Governo di Centro destra, vedremo quanti degli impegni assunti in campagna elettorale riuscirà quelle forze a rispettare ma trovo allucinante che parti da considerarsi in milioni di elettori non trovino rappresentatività in parlamento. Mio padre ha militato nel Sindacato in anni difficili quando la contrapposizione la si esprimeva in piazza con bulloni e molotov quando non con il terrorismo e le stragi, tornassi indietro, specie conscio del risultato del PD livornese, il mio voto andrebbe alla Sinistra Arcobaleno. Credo che ora andrà profuso un impegno ulteriore specie nei luoghi di lavoro in testa con quel Sindacato che da tempo rischia di perdere una funzione di coagulo democratico della forza lavoro. Aspettiamoci tempi difficili ma ti raccomando un impegno serio dalla parrocchia al partito perché si eluda la via della violenza, io dalla mia aspetterò una sentenza d’appello che prefiguri per me nuovi scenari…magari mi deciderò a fare un figlio come sentore di speranza nel futuro, e mi restituisca definitivamente quella serenità che le mie scelte politiche mi hanno brutalmente tolto.
E Livorno?
Come mi disse una volta un prete “con tutte le lacrime che hai versato per la tua città ci si potrebbe riempire un acquasantiera in duomo”.
Amo la mia città, e nel contempo vorrei starne lontano per apprezzarne i soli pregi e dimenticare le enormi contraddizioni di un popolo fiero e provinciale. Odio svegliarmi la mattina e leggere il giornale dove colgo mille richiami a ragioni che mi portarono a fare allora scelte coraggiose di confronto con il partito di maggioranza relativa, scelte che ho pagato con sofferenza nel silenzio desolante degli amici più cari di quel partito che ho amato e che ha rinnegato se stesso per scelte di comodo. Leggo che si studia per presentarci da soli alle prossime elezioni ma non ne colgo in termini politici una sostanziale novità. A Livorno ha comandato sempre e solo il Partito Comunista poi DS, da loro prescindono qualsivoglia decisione e il confronto serio langue da sempre a scapito di una classe dirigente che fa la padrona a casa nostra ma con il dato più alto per consensi in Italia non ha personalità significative ne nel Partito regionale ne tantomeno in quello nazionale.
Credo che Livorno sarà terreno di scontro su un modello di sviluppo che abbisogna per stare al passo del Mercato e della Globalizzazione del contributo di tutte le forze imprenditoriali e politiche. Doveroso sarà uscire da una dinamica autoreferenziale, lo ha espresso con pragmatismo Matteoli nei giorni scorsi a mezzo stampa, difficile sarà secondo me il ruolo di un Sindaco chiamato a trovare una sintesi tra le necessità del buongoverno e nel contempo a garantirsi un consenso interno al proprio partito che gli dia la possibilità di proseguire un quinquennio difficile.
Credo doveroso che su questo modello di sviluppo si trovi presto una convergenza e spero che il richiamo a vicende giudiziarie denunciate ante elezioni dal Presidente dell’Autorità Portuale non inaspriscano il confronto sulla città.
Un abbraccio
Davide"
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