mercoledì 18 luglio 2007

Il coraggio: analisi attorno alla vicenda Cecio-Guzzini

Intervento pubblicato su "Il Tirreno" Luglio 2007

Il caso Cecio-Guzzini, al di là di come la si pensi e cercando di andare oltre i commenti a caldo, pone inequivocabilmente interrogativi che investono direttamente non le singole persone ma il livello qualitativo della gestione politica degli ultimi anni.
Come cittadino come faccio a non chiedermi cosa ci sia oltre le dichiarazioni ufficiali che si sono lette sulla stampa quando sarebbe doveroso dare risposte a tutti riguardo a quanto effettivamente sia successo in tutte queste grandi operazioni urbanistiche, a cominciare da Salviano 2. Questo almeno è quello che il processo ha portato alla luce e che innesca una doverosa richiesta di chiarimento generale pubblico.
Parlo di classe dirigente politica in generale e non di maggioranza o minoranza perché, da semplice lettore dei quotidiani, ricordo di sedute del Consiglio Comunale in cui si è dato il placet a queste operazioni senza che ci sia mai stata una vera opposizione (con i partiti di opposizione che, se non ricordo male, si astenevano ma garantivano la presenza e quindi il numero legale necessario per approvare le delibere senza mai protestare veramente se non a parole). Perché queste cose non le fa notare nessuno? Perché non si innesca una discussione pubblica su questo? Le “regole” dei piani regolatori, che poi impattano direttamente anche nella nostra qualità e possibilità di vita, sono così chiare e comprese da tutti? E’ possibile che i livornesi siano solo quelli del Vernacoliere (con tutta la simpatia) e del Livorno Calcio o forse esiste anche qualcun altro che “ragiona” e che con profondo spirito livornese (e senza presunzione), magari ha studiato lavorato e girato il mondo e che potrebbe avere qualcosa da dire e tanta voglia di partecipare?
Tutto questo è importante perché se si vuole “riconquistare” la gente è necessario fare un’operazione di trasparenza e avere il coraggio per tutti di assumersi le responsabilità politiche di decisioni e situazioni che al momento non appaiono ancora del tutto chiarite. Intanto una cosa sicura e chiara è l’assoluzione di Cecio e Guzzini.
E se di vera assoluzione si è trattata da cittadino mi chiedo allora se non fossero valide le critiche che furono fatte all’epoca da Cecio e dal suo partito e se non sia necessario un vero chiarimento riguardo alla presenza o assenza di regole certe e condivise rispetto ad ambiti così importanti per tutta la città come quelli riferiti allo sviluppo urbanistico.
Il coraggio. Il coraggio di essere cittadini, il coraggio di chi ha la responsabilità di governare un territorio e infine il coraggio di puntare in alto e avere una visione che vada appena un po’ più in là dei problemi del Lucarelli di turno.
Come cittadini livornesi in generale, mi si permetta, dovremmo cominciare ad essere d’ora in poi un po’ meno apatici e lamentosi e avere il coraggio di partecipare alla costruzione di una classe politica che ci faccia sentire realmente rappresentati.
Come amministratori il coraggio di aver sempre chiaro come lo spirito di servizio sia qualcosa di cui si parla poco ma che si vive ogni momento. Pur sapendo che il peso della responsabilità spesso è più un onere che un onore riconosciuto.
Infine il coraggio di una visione. Quella di una città che è nata aperta al mondo e che deve ritrovare nel mondo la sua strada secondo la vocazione che l’ha fatta nascere e che rappresenta lo spirito di ognuno di noi che ci vive.
Daniele Bettinetti