mercoledì 20 febbraio 2008

PD: considerazioni sull' Assemblea Comunale

Il modello di partecipazione del Partito Democratico parte da lontano, poiché deriva direttamente dalle tradizioni di due partiti che, seppur differenziate, a loro volta nascevano da esigenze e da istanze di valori forti di richiesta di partecipazione.
Ma non è solo questo, anzi, si tratta solo del punto di partenza. C’è qualcosa di più che si può vedere nella traduzione delle istanze generali nella pratica quotidiana e, nel caso specifico, nelle prime assemblee per le elezione dei segretari comunali e territoriali.
E’ infatti questa una prima occasione per passare da un momento di provvisorietà degli organi di un partito che nasce e si costituisce verso la realizzazione dei veri strumenti interni permanenti di partecipazione, a partire dalle elezioni dei delegati di circolo fino, appunto, alle assemblee comunali e territoriali.
E’ qui che si comincia a vedere realizzato un modello di partecipazione innovativo, se così vogliamo intendere quel “qualcosa di nuovo” che ci fa sentire, come elettori e cittadini, sicuramente attivi e non più (almeno in parte) più somiglianti a “sudditi” se mi si passa il termine.
Tradotto in altre parole un nuovo modo di “fare politica” in cui non si è avversari ma parte di un confronto continuo e sempre costruttivo. Comunque aperto e trasparente.
In questo si può dire che si chiarifica sempre più il passaggio, per come abbiamo visto sia nei partiti che nella politica in generale, da un modello antagonistico e conflittuale ad una nuova dimensione di confronto vero in cui le mediazioni, si spera, andranno sempre a mirare possibilmente in alto per cogliere gli aspetti migliori in cui ogni confronto trova una sua accettabile e corretta mediazione.
La condizione però affinché il livello non scada inesorabilmente è fare in modo che nella pratica possano realmente migliorare delle eventuali abitudini consolidate in passato e questo si può dire che sia effettivamente accaduto durante la prima Assemblea Comunale di Livorno.
Con questo intendo anche la volontà di spostare il luogo della mediazione dalle stanze delle decisioni dei “pochi” verso il momento della scelta aperta che si manifesta nell’atto del voto. Fare sì cioè, in parole povere, che la mediazione possa essere una libero giudizio di ogni individuo rispetto a diverse opportunità di scelta e non una minestra preparata prima da altri.
In questo benissimo ha fatto Giorgia Beltramme, neo-eletta segretaria comunale, a ricordare il significato di dover progressivamente superare il meccanismo delle candidature uniche. Questo è fondamentale per meglio cogliere nel futuro tutte le possibili espressioni significative all’interno di un organizzazione partitica senza che questo possa essere interpretato come antagonismo o arrivismo. Si può considerare infatti come la massima espressione di quello spirito di servizio che deve accomunare allo stesso modo politici-delegati e relativi elettori attraverso la rappresentazione di istanze diverse, non omologate ma conviventi nella condivisione di un disegno comune.
Quanto sopra perché, senza peccare di presunzione, il Partito Democratico si presenta in tutto questo come significativo esempio per tutta la politica in generale. E tutti noi sappiamo, da cittadini, delegati, politici ed elettori quanto sia importante “alzare il livello” in una contingenza complicata come quella che, anche ringraziando leggi elettorali assurde, siamo costretti in parte a subire. Da qui infine il dovere, per ognuno di noi, di vigilare affinché la “pratica” non sconfessi mai più i principi che altrimenti potrebbero diventare solo disillusione.

martedì 19 febbraio 2008

DOMENICA, 17 FEBBRAIO 2008
IL TIRRENO
L’assemblea comunale sceglie una giovane donna:
è l’ex segretaria cittadina dei Ds

Novità: in lizza uno sfidante. Bettinetti arriva al 17%

«Ma la vera sfida inizia ora: è necessario vincere le elezioni»
di Luciano De Majo

LIVORNO. E’ una donna la prima segretaria cittadina del Partito democratico. L’assemblea comunale del Pd ha scelto Giorgia Beltramme, attribuendole un consenso dell’82,7 per cento. L’ex segretaria dell’Unione comunale dei Ds ha ottenuto 240 voti sui 290 voti validi espressi. La differenza rispetto ai congressi nei quali era stata eletta, però, è che questa volta non correva da sola. Non è stata, insomma, la candidata unica, perché dal corpo del Partito democratico della città è uscito un altro pretendente alla segreteria: Daniele Bettinetti, 39 anni, proveniente da ambienti cattolici. A lui sono andati 50 voti. Diciannove, in tutto i voti non validi (13 schede bianche e 6 nulle). Complessivamente hanno votato 309 delegati, eletti nelle consultazioni effettuate al momento della nascita dei circoli del Pd. Sarebbe un errore, comunque, valutare questa sfida come un match fra un’esponente di provenienza Ds (Beltramme) e uno di area Margherita (Bettinetti). Si tratta di uno schema troppo semplice. A sostegno della candidatura dello sconfitto, infatti, c’era tutto quell’ambiente di reti associative che ha partecipato alla stesura del programma di Prodi per le elezioni del 2006 e che si è attivato, subito dopo, proprio per la nascita del Partito democratico, dando impulso alla creazione, anche in città, dell’Associazione per il Partito democratico. Bettinetti ha frequentato a lungo la rete «Incontriamoci» che raccoglie fra i suoi animatori in città l’ex presidente della Provincia Claudio Frontera, oggi vicepresidente della Fondazione Sistema Toscana, e Daniela Miele. Alla fine, la neo-segretaria ha comunque teso la mano all’avversario e a chi l’ha sostenuto, ricordando che la sfida vera comincia ora. «Ci sono queste elezioni da vincere, l’Italia ha bisogno di noi», ha detto Giorgia Beltramme quando nell’auditorium della Camera di commercio, a risultato ufficializzato, erano rimasti ormai pochi intimi. Scena ben diversa, invece, nel pomeriggio, quando la sala era praticamente piena. In ogni caso, Beltramme ha detto anche di aver apprezzato questa prima prova «non da sola». «E’ stata una candidatura della quale abbiamo saputo praticamente all’ultimo momento - ha spiegato - e quindi gli spazi per una possibile mediazione non ci sarebbero stati neanche per questione di tempo». Mediazione che probabilmente Bettinetti non avrebbe accettato, dal momento che ha rivendicato un modo diverso nella scelta e nella selezione dei segretari. «E’ nato un partito nuovo e questo è un fatto che ha entusiasmato tutti noi - ha detto al termine dell’assemblea - e se c’è una cosa che non capisco, è perché si debba continuare a proseguire sulla strada delle candidature uniche. Misurarsi fa sempre bene, a tutti. Questa non è stata una elezione che si è risolta sul filo dei voti, ma io credo che la presenza di due candidati sia stato un elemento assolutamente positivo». Eletta la segretaria cittadina, il Pd si tuffa ora in una campagna elettorale in salita, con i sondaggi che danno gli avversari favoriti. Con un primo scoglio da superare: quello delle candidature per le elezioni politiche. Primarie o “primariette” che siano, la macchina degli iscritti (non è ancora chiaro se stavolta potranno votare anche coloro che si dichiarano elettori del Pd) sta per mettersi in moto. Resta da capire chi si candiderà e con quale sostegno da parte del gruppo dirigente.


venerdì 15 febbraio 2008

Discorso di candidatura elezioni per segreteria comunale Livorno

Pubblico la traccia base del discorso a braccio che è anche la sintesi/indice dei concetti espressi

Care Compagne e Compagni, care Amiche e Amici, care Democratiche e cari Democratici,
(segue autopresentazione)
Non mi candido per ricoprire una carica, non ne ho bisogno, ma per contribuire in modo significativo a costruire il nostro partito come modello di partecipazione. Perché ci credo.
A questo proposito vorrei focalizzare l’attenzione su tre punti fondamentali:
1) CAMBIAMENTO
Il PD è cambiamento in cui due partiti che si sciolgono sono il presupposto fondamentale che viene poi concretizzato da metodi e meccanismi reali di partecipazione. In questo le primarie rappresentano lo strumento principe attraverso cui i cittadini che ci hanno dato fiducia possano percepire un partito vivo che mette in pratica quello che dice, e non abbiano più la sensazione di aver firmato una cambiale in bianco.
Il cambiamento è poi un lungo percorso che ha come altro importante presupposto la volontà di ognuno di noi di valorizzare il nostro passato, da qualunque percorso si provenga, e di metterlo in comune in modo aperto e senza presunzione, ma in un’ottica di collaborazione e di scambio.
Compito mio, se dovessi essere eletto, sarà quello di promuovere l’apertura e lo scambio e fusione con la società e di vigilare verso meccanismi pericolosi di autoreferenza che relegherebbero il PD ad essere percepito solo come un tentativo mal riuscito di democrazia partecipativa. Tutto questo, secondo il nostro nuovo modello di riferimento dovrà trovare nella dimensione locale e cittadina la sua realizzazione più compiuta.

2) LIVORNO
Permettetemi un atto di amore verso la nostra città.
Sarà sicuramente nostro compito, ed in questo io mi impegno, quello di ricominciare dagli ultimi da coloro i quali talvolta ci si dimentica per mettere a disposizione di tutti ed in special modo a chi è impegnato nel governo di questa città la nostra proposta di modello di convivenza civile basato proprio su quello stile di di partecipazione e condivisione di valori che ci proponiamo di costruire tutti insieme.

3) DONNE
Voi guardate me ma io guardo voi. Tante donne, il nuovo avanza davvero. Necessità in questa fase, di chiarirci e fare pulizia per meglio accogliere ed essere accolti. La vostra funzione fondamentale sarà proprio quella di contribuire ad un nuovo stile di cambiamento, che al contempo rinnova e include e promuove partecipazione. Un po’ come una mareggiata, che lava gli scogli e lascia tutto pilito, ma senza distruggere la natura più bella. Vi prego siate la nostra mareggiata, la nostra serena rivoluzione. Sarà mio impegno affinché anche questo possa essere possibile.

FINALE
Siamo testimoni di una speranza che insieme è anche una visione: quella di una politica che sia veramente tale, che non sia più autoreferente e che si proietti e fonda nella realtà. La partecipazione attraverso le primarie in questo diventa un presupposto irrinunciabile.
La politica non prende solo decisioni, ma presidia i risultati e prepara il futuro di una comunità seguendo appunto una visione condivisa. Se sapremo, ognuno di noi, metterci veramente in discussione per collaborare insieme in modo fattivo a costruire il PD potremo solo far bene. Su questo io pongo anche la mia personale scommessa. Grazie.