venerdì 25 aprile 2008

Esopo, 25 aprile e Partito Democratico

I topi e le donnole (favola di Esopo)

n. 237

Era scoppiata la guerra tra i topi e le donnole. I topi che venivano sempre sconfitti, fecero una riunione tutti insieme e conclusero che la causa dei loro insuccessi era la mancanza di un capo. Di conseguenza, dopo aver scelto alcuni di loro, per alzata di mano li nominarono strateghi. Costoro, per distinguersi dagli altri, fabbricarono delle corna e se le applicarono. Ma, quando divampò la battaglia, i topi, sbaragliati in massa, cercarono rifugio nei buchi e, mentre tutti gli altri vi si insinuarono facilmente, i capi non riuscirono a infilarsi per colpa delle corna. E così vennero catturati e divorati.

Nello stesso modo la vanagloria è per molti fonte di guai.


Pubblico la favola di Esopo solo come pretesto "leggero" per ricordare oggi, 25 aprile, l'insegnamento della storia che vale ancora oggi riguardo al giusto equilibrio fra autorità e autorevolezza, che sta alla base della nostra società civile e politica.

La troppa autorità che porta all'autoritarismo e di contro l'autorevolezza che si basa su un riconoscimento di valore della persona e di leadership volontariamente riconosciuto dai cittadini. Il timore contro la stima e i pericoli dell'indifferenza latente di oggi rispetto a certe tematiche.

Pensando alla festa della liberazione, se ci interessa uscire un minimo da pericoli di retorica di circostanza, credo sia importante riprendere questi concetti per due motivi. Il primo è ricordare come la Repubblica sia nata dopo un'esperienza dura di vent'anni di dittatura e da una guerra mondiale e il secondo è quanto ci sia utile di ricordare tutto ciò come insegnamento storico nella nostra vita di donne e uomini del secondo millennio.

Il ricordo porta a momenti storici importanti, su cui oggi saranno spese innumerevoli parole, e giustamente. Pensiamo però che la vita tutto sommato "tranquilla", rispetto a quei periodi storici, che ci possiamo permettere di condurre oggi non ci deve far perdere la percezione di quanto importante e fondamentale sia il nostro esercizio di partecipazione che ognuno di noi deve e può esprimere nella propria vita tutti i giorni. Non mi riferisco ovviamente solo al momento politico-elettorale, quanto alle esperienze che con tempi diversi possiamo realmente contribuire a costruire, come sta accadendo a molti di noi che si stanno impegnando nella costruzione di una nuova formazione politica, quale il Partito Democratico.

Quindi, senza farla lunga, l'augurio che ognuno di noi ricordi sempre, nell'esercizio delle proprie responsabilità grandi e piccole, che la partecipazione è democrazia, che questa è stata una nostra conquista, costata la vita di molti nostri concittadini nel passato, e che quindi ne dobbiamo sentire con umiltà il peso anche in dimensioni che sembrano più piccole e limitate come quelle della costruzione di un partito su scala locale. La dimensione territoriale infatti non può e non sminuisce la portata dei valori implicati. E infine, per tornare a Esopo, che in democrazia l'autorevolezza si conquista attraverso la stima di coloro che delegano. Ciò significa che anche se abbiamo una porcata di legge elettorale, che di per sé annulla il meccanismo di scelta dei candidati e quindi di delega attraverso il voto eccettuato per la sola scelta del partito, pensiamo che dobbiamo operare ogni giorno e fin dal nostro piccolo per tornare a far affermare una politica veramente"autorevole" e degna di rispetto. In questo senso il nostro neonato PD, anche attraverso la funzione strategica dei circoli territoriali, rappresenta sicuramente una grande occasione.

Buon 25 aprile a tutti.

Daniele

venerdì 18 aprile 2008

La mia sulle elezioni. L'opinione di Davide Cecio

Pubblico e ho il piacere di ospitare "in esclusiva" sul mio blog un commento politico inviatomi da Davide Cecio, uomo che stimo e mio carissimo amico. Riporto il contenuto da lui redatto in prima persona e sotto forma di intervista, senza modifiche e nella sua interezza.
Aggiungo inoltre che sono onorato di ospitare questo suo intervento pubblico, il primo da quattro anni a questa parte, da quando cioè Davide è stato investito dalle vicende giudiziarie che tutti conosciamo e che si sono concluse, è opportuno ricordarlo, con una assoluzione al primo grado di giudizio. Di seguito il testo.

"All’indomani del voto ho ricevuto una valanga di mail più o meno illustri che mi chiedevano di conoscere la mia opinione su quanto è avvenuto. Un amico in particolare ha articolato la sua richiesta corredandola di domande a cui ho così risposto…

Caro Davide come stai?
Credetemi non è mai scontato parteciparmi il vostro affetto e la vostra amicizia…

Ho letto un sacco di opinioni sulle recenti elezioni sai regalarmi qualcosa di originale da condividere magari con gli amici al bar?
Beh, magari darà di te una dimensione come dire un tantino… controcorrente.
Io credo che la responsabilità maggiore della sconfitta sia da imputare alla cronologia delle scelte di Veltroni. Molto si è detto ma secondo la mia opinione le ragioni di questa sconfitta hanno già nelle primarie, che hanno di fatto costituito il nuovo soggetto politico, un fondamento ineludibile della sconfitta elettorale.
Il confronto con due esponenti del Governo Prodi ha sancito, come ebbi a dire già a suo tempo, un distinguo tra chi si riconosceva in un difficile impegno volto a garantire al paese condizioni di ripresa magari orientandosi nel difficile compito di mediazione con forze così diverse e chi magari aprendo ad un dialogo con il centrodestra prefigurava nuove condizioni di Governo.
Vedi formalmente Prodi è caduto per mano di Mastella ma è palese che dapprima la politica e le leggi non hanno saputo difendere un assunto costituzionale che sanciva l’innocenza di qualsiasi imputato, nella fattispecie il Ministro della Giustizia e leader di un partito della Coalizione di Governo, sino a prova contraria. Su questo ti prego di riflettere conscio che ciò che una persona perde negli strascichi mediatici e giudiziari di questo paese non te la restituisce nessuno tantomeno una sentenza di assoluzione.
Veltroni alla vigilia di uno scandalo cavalcato da quanti hanno visto nella politica il ricettacolo del malessere del paese (la Casta) e clamorosamente smentiti dal dato elettorale che ha visto trionfare il campione dell’antipolitica penalizzando la partecipazione e l’approfondimento, ha pensato fosse utile indicare nella scelta solitaria del PD un distinguo percepibile, non ce lo scordiamo, alla vigilia di un Referendum che avrebbe ulteriormente accentuato un indirizzo bipolare a scapito della partecipazione delle forze politiche più piccole. Questa è secondo me la più irragionevole delle scelte del leader del nostro partito. Molti sostengono immaginasse di poter flirtare con Berlusconi per garantire una nuova legge elettorale, di fatto ha pensionato l’esperienza Prodi e rimandato Berlusconi al Governo.

…e ora?...cosa ci aspetta?
Odio perdere. Per me una Coalizione che era al Governo ed ora è all’opposizione dovrebbe comunque riflettere sulle scelte fatte ed invece troppo spesso in politica si eludono le responsabilità a vantaggio dei dati positivi. Il Partito Democratico è sicuramente la novità del panorama politico italiano e in prospettiva credo porterà questa forza al governo del paese ma ha scapito di che? Tralascio ogni giudizio sul Governo di Centro destra, vedremo quanti degli impegni assunti in campagna elettorale riuscirà quelle forze a rispettare ma trovo allucinante che parti da considerarsi in milioni di elettori non trovino rappresentatività in parlamento. Mio padre ha militato nel Sindacato in anni difficili quando la contrapposizione la si esprimeva in piazza con bulloni e molotov quando non con il terrorismo e le stragi, tornassi indietro, specie conscio del risultato del PD livornese, il mio voto andrebbe alla Sinistra Arcobaleno. Credo che ora andrà profuso un impegno ulteriore specie nei luoghi di lavoro in testa con quel Sindacato che da tempo rischia di perdere una funzione di coagulo democratico della forza lavoro. Aspettiamoci tempi difficili ma ti raccomando un impegno serio dalla parrocchia al partito perché si eluda la via della violenza, io dalla mia aspetterò una sentenza d’appello che prefiguri per me nuovi scenari…magari mi deciderò a fare un figlio come sentore di speranza nel futuro, e mi restituisca definitivamente quella serenità che le mie scelte politiche mi hanno brutalmente tolto.

E Livorno?
Come mi disse una volta un prete “con tutte le lacrime che hai versato per la tua città ci si potrebbe riempire un acquasantiera in duomo”.
Amo la mia città, e nel contempo vorrei starne lontano per apprezzarne i soli pregi e dimenticare le enormi contraddizioni di un popolo fiero e provinciale. Odio svegliarmi la mattina e leggere il giornale dove colgo mille richiami a ragioni che mi portarono a fare allora scelte coraggiose di confronto con il partito di maggioranza relativa, scelte che ho pagato con sofferenza nel silenzio desolante degli amici più cari di quel partito che ho amato e che ha rinnegato se stesso per scelte di comodo. Leggo che si studia per presentarci da soli alle prossime elezioni ma non ne colgo in termini politici una sostanziale novità. A Livorno ha comandato sempre e solo il Partito Comunista poi DS, da loro prescindono qualsivoglia decisione e il confronto serio langue da sempre a scapito di una classe dirigente che fa la padrona a casa nostra ma con il dato più alto per consensi in Italia non ha personalità significative ne nel Partito regionale ne tantomeno in quello nazionale.
Credo che Livorno sarà terreno di scontro su un modello di sviluppo che abbisogna per stare al passo del Mercato e della Globalizzazione del contributo di tutte le forze imprenditoriali e politiche. Doveroso sarà uscire da una dinamica autoreferenziale, lo ha espresso con pragmatismo Matteoli nei giorni scorsi a mezzo stampa, difficile sarà secondo me il ruolo di un Sindaco chiamato a trovare una sintesi tra le necessità del buongoverno e nel contempo a garantirsi un consenso interno al proprio partito che gli dia la possibilità di proseguire un quinquennio difficile.
Credo doveroso che su questo modello di sviluppo si trovi presto una convergenza e spero che il richiamo a vicende giudiziarie denunciate ante elezioni dal Presidente dell’Autorità Portuale non inaspriscano il confronto sulla città.
Un abbraccio
Davide"

mercoledì 16 aprile 2008

Dopo il voto: parliamoci chiaro..

Alla luce di tutto, con qualche ora di sonno in più post batosta elettorale, si può cominciare a fare qualche considerazione minimamente ragionata su quanto di "politico" accade fra Stagno e Quercianella. Vengo al dunque.

Elezioni politiche e Livorno
La Sinistra perde all'incirca il 14% e, per magia, il PD acquista altrettanto o quasi e và al 54-55% come "ai bei tempi" del PCI. All'uomo-donna qualunque viene da pensare che l'ultras più rifondarolo della curva nord, di fronte alla scelta realistica fra chi possa veramente governare fra Silvio e Walter (anche alla luce di presunte rimonte poi sconfessate amaramente dai dati veri) abbia ovviamente optato per il secondo. A riprova di ciò quello che sta accadendo, ad esempio, a Pisa e Massa laddove soprattutto a Pisa Filippeschi candidato PD non ha raggiunto il 50% e va al ballottaggio. Eppure stando ai dati di Pisa delle politiche il PD il 50% lo poteva garantire. Alla luce di quanto sopra non appare quantomeno un po' presto affermare l'equiparazione e uguaglianza fra elezioni politiche e voto per le amministrative, dicendo che il 54% del PD a Livorno (alle politiche) è un voto che in sostanza premia l'amministrazione locale? Pensa un po', Il buon Veltroni era convintissimo di aver fatto anche un bel comizio.. Anche perché, sempre quel cittadino/a comuni, senza arte né parte e senza presunzione d'intelligenza, potrebbe pensare che in un momento (che dura da molti mesi ormai e si trascina, se si pensa bene, da almeno dieci anni) in cui spesso si sono manifestate critiche verso le modalità e la qualità dell'amministrazione locale (in generale), un atteggiamento del genere possa tornare guardacaso un po' comodo.

Il bilancio sul Partito Democratico dopo i primi sei mesi
Ci siamo, con in mezzo le elezioni non dimentichiamo che ad ottobre 2007 è nato il PD. Ora, trattandosi appunto di partito e non di creatura umana potrebbe essere interessante fare un bilancio oggettivo di questa "novità" che anche a Livorno si è palesata dopo la fusione di Margherita e DS. Tempo fa un mio caro amico, non livornese e poco avvezzo alla politica (almeno a quella che ormai fa schifo anche a me) mi diceva che secondo lui la fusione è venuta così bene a Livorno che neanche si vede la traccia della saldatura. Infatti la cariche dei DS si sono riproposte con esattezza millimetrica anche nel nuovo PD locale. I casi sono due, diceva ancora il mio amico, o vi amate e vi fidate tantissimo o qui qualcuno regge i fili (testuale). Io gli ho risposto che, dato che siamo nell'era del bluetooth, non c'è bisogno neanche dei fili e tutto avviene "wireless".
A questo aggiungo, e smetto anche di scherzare, che a febbraio sono state pure elette due assemblee (comunale e territoriale) che ad oggi non si sono mai ancora riunite nemmeno una volta. La domanda banale sorge spontanea: "Chi decide nel PD a Livorno?" Che se ne sappia i due segretari (Ruggeri e Beltramme) accompagnati, probabilmente e come sembra, da qualche direttivo in prorogatio della vecchia assemblea costituente territoriale quindi, di fatto, senza nessuna autorizzazione o concertazione con la base. Ora, giratela come vi pare, dalle mie parti questa si potrebbe chiamare oligarchia che con la parola democrazia ha poco a che fare (viene male anche la rima). Credo sia opportuno e urgente cominciare subito un confronto partecipato e serio a partire dai circoli su questi temi, altrimenti, senz'offesa per nessuno, ci si prende in giro.

Bilancio di Mandato
In relazione a problematiche, che capisco per carità, di cercare nel voto alle politiche una legittimazione dell'operato a livello locale ci sarebbe un sistema semplice, più volte da molti ricordato, che al di là dei discorsi che si perdono nel vento delle polemiche da pollaio può oggettivamente essere d'aiuto in maniera trasparente. Questo è il Bilancio di Mandato. L'amministratore, il sindaco, soprattutto chi ritiene di aver bene operato e lo vuole far comprendere dovrebbe avere il dovere e l'intelligenza di produrre uno strumento che potrebbe far piazza pulita delle chiacchiere ed essere sicuramente di aiuto ad un politica che, a Livorno, se non cambia "stile" rischia di far morire la città.
Caro Cosimi te lo chiedo da cittadino, il mio è un atto di fiducia. Dacci la possibilità (vera e seria) di capire come sono andati questi tuoi anni di governo. Produci un bilancio di mandato, secondo le varie forme che già si usano in Italia e in Europa. Se hai ragione hai tutto l'interesse a farlo. Io personalmente, per quello che vale, sarò felice di leggerlo senza alcun pregiudizio.

Amministrative 2009 e classe dirigente politica
Primarie. Non rischiamo di tradire i "fondatori" ed elettori del PD. Questa generale esigenza deve venire prima di qualsiasi altra convenienza di piccolo cabotaggio. Alternative? Al momento non se ne vedono anzi, a una prima analisi, si pone il concreto rischio di indebolire il progetto politico del PD a Livorno gloriandosi di un successo elettorale locale senza fare niente per capitalizzare quei voti in più, mi si consenta, che forse in buona percentuale abbiamo solo in prestito.
Detto ciò, questo tema non ci deve però far dimenticare che le primarie, importantissime e fondamentali di per sé, alla fine sono solo uno strumento, non il problema. La problematica vera, soprattutto a Livorno, è quella del ricambio della classe dirigente politica. Si possono fare tutte le primarie che si vuole ma prima dobbiamo capire se esiste un'alternativa, quale sia il processo di selezione (non cooptativo ma partecipativo e inclusivo) se cioè quindi ci sono le persone che siano onestamente in grado di sostituire quella attuale e che, proposte attraverso mezzi partecipativi aperti, possano anche essere votate con libertà e serenità. Nel caso di risposta negativa si potrebbe evidenziare una problematica di ricambio più ampia e che non si può fermare ad un'analisi istantanea e affrettata della situazione. Intendiamoci bene, non è che magari ci si sgola per le primarie e poi alla fine la scelta ci tocca farla, con tutto il doveroso rispetto, ritrovando candidato un Lamberti al terzo mandato (parlo ovviamente facendo un'ipotesi per assurdo e rispettando la qualità della persona). Se si vuole veramente rinnovare è necessario che tutti cominciami serenamente a riflettere.

Un saluto,
Daniele

PS: Ultim'ora Prodi si dimette.
Si sapeva. Più piani di riflessione. Come lui stesso aveva detto (e non solo) la soglia di successo minima doveva essere il consenso al 35%. Siamo sotto. La domanda: fatto salvo il progetto del PD a lungo termine, siamo sicuri che nell'ottica presente quelli da "rifondare" siano la Sinistra Alternativa? Noi no? Anche perchè, se è vero che abbiamo preso molti voti di sinistra secondo la logica del voto utile quelli prima o poi torneranno a casa loro come sta accadendo alle amministrative (a maggior ragione se si andasse verso una nuova, si spera, legge elettorale). Se ci aggiungiamo che abbiamo perso voti dal "lato destro" (classe media verso UDC e Pdl) credo che forse quelli che devono avere più umiltà e reale volontà di costituire una nuova classe dirigente siamo proprio noi del PD.

lunedì 14 aprile 2008

Giudizi a cannonate sulle politiche 2008

Purtroppo il riferimento a Fantozzi del post precedente non poteva essere più azzeccato. Il responso è netto e molto probabilmente abbiamo di fronte altri cinque anni di governo brk, Bgsc, Berlukk, BERLUSCONI (scusate, ho difficoltà a pronunciarlo).
Scherzi a parte, per non tediare i lettori fra milioni di commenti già spesi, offro il mio giudizio (se può interessare) in modo schematico e senza fronzoli.
Rispetto a questa tornata di elezioni politiche dico:

Analisi generale
Il governo Prodi, per quanto salvabile per molte cose, non è entrato nel "cuore" degli elettori. Probabilmente questo è il vero fatto che ha orientato il voto, unito alla percezione che la Sinistra Arcobaleno fosse concettualmente debolina.. non aveva neanche un nome di un candidato sul simbolo. In tutto ciò Berlusconi non ha avuto grossi problemi a portare avanti la sua proposta, Alitalia e rifiuti, probabilmente, hanno fatto il resto.

Cosa ci aspettavamo
Onestamente, credo, molti di noi me compreso non credevano che la vittoria potesse essere alla portata, per un dato di oggettività quasi matematica. E a questo, altrettanto onestamente eravamo a mezza bocca preparati. But, you know, expect the unexpected, pensavamo alla peggio di perdere ma che il Pdl avrebbe avuto grossi problemi di numeri soprattutto al senato, come fu per noi due anni fa. Invece i numeri li hanno, eccome..

Cosa non ha pagato
Mi viene a mente, fra tutte, una campagna un po' troppo "precarizzata" e meno incentrata su problematiche concrete di sviluppo. Forse questa è stata percepita più come la stabilizzazione di un concetto di "posto fisso" piuttosto che l'instaurazione di iniziative forti su un nuovo modello di sviluppo efficace e al contempo solidale.

Cosa ha pagato
Il partito nuovo, unico, unico e innovativo anche nella sua proposta politica come modello da imitare. In qualcosa ci hanno pure copiato dall'altra parte.

Dove abbiamo perso e dove abbiamo guadagnato
Sono convinto anch'io, come diversi commentatori, che la Sinistra Arcobaleno ci ha "passato" molti elettori mentre il nostro lato "destro" si è sguarnito verso l'UdC. Da rifletterci su per il futuro.

E' servito creare il PD?
Accidenti che si! Siamo un grande partito che ha il 34%. Il progetto politico è vivo, confermato e pienamente incoraggiato. Dopotutto esistiamo da ottobre 2007! su questo progetto dobbiamo andare avanti con convinzione. I circoli, in questo senso, sono il vero punto di partenza per creare, aumentare, consolidare rapporti sinceri e duraturi con i territori e soprattutto con le esigenze della realtà quotidiana. Per il resto possiamo riprendere, con più tranquillità (relativa) il cammino del PD da dove lo avevamo lasciato prima delle elezioni, per approfondire meglio significati, vocazione, organizzazione e modalità inclusive di partecipazione e apertura alla realtà. Questo, ovviamente, vale soprattutto per la dimensione locale.

Cosa non dobbiamo/dovremo fare (come PD)
Appiattirci sulle gerarchie e le alchimie organizzative di un partito che sta ancora nascendo. Aprire alla partecipazione è la vera sfida. D'ora in poi abbiamo la serenità e il tempo per sperimentare e far capire ai nostri elettori il vero spirito del PD. Sul futuro, se andiamo avanti nella giusta direzione, non ci sono nubi.
Al contrario, se (soprattutto nelle dimensioni locali e territoriali) si persegue una strada di autoreferenzialità, mancato rinnovamento delle classi dirigenti politiche, confusione e commistione fra governo di territori e governo di partito ebbene, come dire, ci potremo far male solo per conto nostro e non servirà a nulla dare la colpa al Cavaliere..
Quindi, digeriamo ancora una volta Tremonti (con molto bicarbonato) e andiamo avanti.
Daniele

P.s.
In Italia è semplicemente finita l'esperienza politica del comunismo o è cominciata una nuova era politica che supera, secondo la vecchia accezione, le "ideologie" tradizionali nel senso che ad un modello antagonistico e di conflitto si oppone un nuovo modello basato sul confronto? O tutt'e due le cose?

Ultim'ora da Livorno, calo vistoso di affluenza al voto

Da Livorno giunge notizia di un calo assestato intorno al 7% rispetto al voto del 2006. I livelli di attenzione sono alti e tutti aspettiamo di capire il finale della partita.
Certo, a caldo e se il dato venisse sostanzialmente confermato verrebbe da pensare che certe modalità di nascita e sviluppo del nostro Pd locale potrebbero aver poco giovato per convincere molte persone con vari mal di pancia, o semplici cittadini, ad avvicinarsi o a riavvicinarsi alla politica. Vedi il fatto semplice e chiaro, insieme a molte altre cose, che basta vedere gli organigrammi del PD che sono esattamente quelli dei DS del recente passato. Alla faccia della novità! A parte "qualcuno" (...) che ha almeno tentato di candidarsi come alternativa... e che per questo da "qualcun'altro" è stato anche criticato.
Comunque, rimaniamo sereni senza sparare giudizi in anticipo, parlo anche per me ovviamente (lo si potrà fare con calma e dovuto tempo a disposizione), accomodiamoci sulla poltrona con pop-corn e generi di necessità (stile Fantozzi con Italia-Germania), che fra poco cominceranno ad arrivare le risposte per tutti.
Saluti,
Daniele

giovedì 10 aprile 2008

Proposte di percorsi per il lavoro nei circoli (abstract)

Quanto segue è un estratto da un documento di lavoro da me elaborato e proposto a livello informale presso il Circolo PD Livorno Centro, di cui sono delegato per l'Assemblea Comunale di Livorno. Lo pubblico in questa sede a titolo di contributo per ulteriori riflessioni o dibattiti. Fa parte di un percorso che come circolo Livorno Centro abbiamo appena intrapreso e che va nella direzione di provare a condividere obiettivi, metodi, possibilità concrete di produrre proposte sui reali problemi, proprio a partire dai luoghi in cui sono rappresentate le esigenze reali e quotidiane.

Proposte e spunti per percorsi di lavoro comune

Apriamoci al mondo. Il PD si propone come forza innovativa, anche nel metodo. Di qui l’importanza del lavoro a partire dai circoli che in quanto primo “fronte” verso la realtà di ogni territorio rappresentano la volontà di provare a mettere in pratica un modello politico che parta dai reali bisogni della società e che in questo acquisiscono un ruolo strategico e fondamentale.
Nostro compito, credo, è allora anche quello di provare a tradurre quanto dichiarato nei programmi e nelle alte dichiarazioni di valore in pratica quotidiana di rapporto con la realtà territoriale.
Quanto segue vuole semplicemente essere una proposta redatta dallo scrivente, aperta a qualsiasi altro eventuale contributo, di percorsi di approfondimento che prende spunto da quanto già emerso nelle precedenti occasioni e nella speranza che spero sia anche la vostra di:
  1. aprire un tavolo aperto e permanente per tutti nel nostro territorio di riferimento come circolo;
  2. promuovere lo sviluppo di idee e l’organizzazione di eventi magari in collaborazione con altri circoli o istituzioni cittadine;
  3. stimolare occasioni di accrescimento personale e di promozione di una vera partecipazione, che parta dalla riflessione e che partorisca proposte.
Proposta di massima sul metodo
Chi è interessato si può proporre in qualsiasi momento per uno o più argomenti da approfondire andando a costituire un gruppo di lavoro informale. Le iniziative che ne scaturiscono saranno poi sempre aperte a tutti e pubblicizzate per aprire la più ampia partecipazione a tutti i soci fondatori e simpatizzanti del PD che fanno riferimento al nostro circolo.
Il riferimento dovrebbe essere comunque rivolto a tutti i fondatori e simpatizzanti. I delegati alle assemblee potrebbero essere chiamati a svolgere il ruolo di animatori.
Rimanderei comunque (ovviamente) alla discussione comune circa le modalità di svolgimento e di organizzazione di eventuali eventi.
Di seguito quindi mi limito a presentare i percorsi di lavoro come ulteriore stimolo. Ad ogni titolo ho inserito anche una breve spiegazione riguardo allo spunto e all’idea proposta.

Percorso 1- Sviluppo, lavoro e competenze.
Questo è stato uno dei temi che, a partire dal programma elettorale, è stato sicuramente uno dei più approfonditi in campagna elettorale e che non dovrà perdere appeal per approfondimenti partecipati successivi alle elezioni. In particolare potrebbe essere un’argomentazione che, a partire dalle caratteristiche tipiche del nostro territorio di riferimento, potrebbe essere messa in comunicazione con analoghe iniziative eventuali che possano essere portate avanti anche da altri circoli livornesi o dallo stesso forum del lavoro. In particolare potrebbe essere anche l’occasione per continuare un dibattito che è comunque partito bene in queste ultime settimane. Si è riusciti infatti, attraverso i vari incontri che si sono succeduti organizzati dai circoli e dal forum sul lavoro, a portare avanti un’analisi non ristretta su pochi aspetti ma che è sempre partita dal concetto di sviluppo economico e sociale come condizione fondamentale per intersecare qualsiasi iniziativa di miglioramento della qualità del lavoro. A tutto questo si aggiungono anche gli importanti cambiamenti che investiranno tutta la regione Toscana dal 2009 riguardo al graduale passaggio verso una società che, collegata al contesto europeo, andrà a basare la mobilità lavorativa attraverso lo scambio reale di competenze certificabili.

Percorso 2 - Sviluppo culturale e società della culture.
Cultura economia e società multiculturale. Cultura come espressione umana e società delle culture come contenitore virtuale che fa incontrare gruppi umani di diverse tradizioni e abitudini. Di questo da livornesi possiamo avere la possibilità di ripescare nel nostro passato in cui molte culture diverse hanno già avuto occasione di incontrarsi e di fondersi, cogliendo i migliori aspetti e tradizioni di ciascuno, di cui in parte possiamo ancora respirare le testimonianze nel cuore stesso della città dove come circolo abbiamo sede. Come circolo Centro credo che abbiamo una doppia responsabilità riguardo a queste tematiche. La prima per il fatto che abbiamo già al nostro interno un testimone importante nella persona dell’assessore alla cultura del Comune di Livorno, la seconda data dal fatto che esiste un mondo intorno a noi fatto di tanti soggetti e famiglie di migranti che hanno scelto o si sono ritrovati a vivere nel nostro territorio. Trovare un corretto approccio “culturale” per comunicare e scambiare qualcosa con queste persone deve essere per noi quasi un dovere per proporci di rappresentare anche le loro esigenze di nuovi cittadini.

Percorso 3 - Il Partito Democratico a Livorno: proposte per una partecipazione attiva.
Finite le elezioni torneremo finalmente ad approfondire e aver cura (nel senso di take care) del nostro partito, dal punto a cui eravamo rimasti prima della corsa elettorale. Organizzazione, aree di lavoro comune, meccanismi per garantire la partecipazione attiva: come e in che modo possiamo plasmare tutti insieme un’organizzazione che parta dal rispetto dell’ “ultimo” dei militanti e che non si focalizzi solo sui momenti elettorali ma su dinamiche di garanzia di partecipazione continuate nel tempo. A proposito di momenti elettorali magari potremmo ragionare anche di primarie, visto che questo è lo strumento da cui siamo partiti e che ci ha caratterizzato per la nostra “democraticità”.

Percorso 4 - Scopriamo il Centro.
Ascoltare, imparare, discutere, proporre. Questa la sequenza di un possibile percorso di lavoro riguardo a un territorio che prima di essere giudicato nel bene e nel male va capito ascoltando tutti gli attori implicati, a partire proprio da quelli che conosciamo di meno anche culturalmente (i migranti o nuovi livornesi). Questo per superare il senso comune o la mera percezione e andare al nocciolo dei problemi per poter fare le corrette proposte nell’ottica di impostare un superamento progressivo dei problemi di degrado che si osservano quotidianamente.

Percorso 5 - Il valore delle donne in politica, per superare la necessità delle “quote rosa”.

Le “quote rosa” nascono dalla presa d’atto di un fallimento, cioè che al momento i processi sociali e quelli di selezione della classe dirigente politica (e non solo) non consentono in automatico di avere una rappresentanza armonica e bilanciata sui numeri degli uomini rispetto alle donne a netto sfavore di quest’ultime. Questo diventa un disvalore per tutta la società e ci pone, da democratiche e democratici, in un’ottica di necessario superamento del problema. Si tratta nel dettaglio, e a partire da proposte concrete anche nella nostra realtà, di provare a superare gli slogan e tentare di invertire realmente la tendenza attuale in modo che nel futuro non si debba ricorrere a soluzioni “artificiali” come le cosiddette “quote rosa”, che sono meglio di nulla ma non possono essere la soluzione definitiva.

Percorso 6 - Bilancio di mandato e di trasparenza della classe dirigente politica.
Questo percorso nasce come pretesto di approfondimento rispetto alla necessità di innescare processi di miglioramento nel rapporto quotidiano fra i cittadini-elettori e responsabili-amministratori che sono delegati dai primi. Il punto di partenza può essere quello dello strumento del “Bilancio di mandato” di cui esistono già diversi esempi di applicazione. I link web propongono quelli della Regione Veneto e di Donata Gottardi a mero titolo di esempio.

Percorso 7 - Il modello sociale europeo di cittadinanza attiva: le politiche per il lavoro e per la condivisione delle competenze.
Livorno nasce aperta e deve ritrovare pienamente la sua vocazione come porta dell’Europa verso il Mediterraneo a maggior ragione in una società come quella europea attuale dove la mobilità reale, anche solo per turismo da weekend, ha materialmente abbattuto le barriere.. almeno quelle fisiche e logistiche. Proviamo a riflettere anche sulla rimozione delle barriere psicologiche e culturali nel momento in cui viviamo in una società europea che già “parla” attraverso un’unica moneta, “conversa amabilmente” attraverso gli scambi di studio e che al momento solo “sussurra” rispetto agli scambi e mobilità lavorative reali ma che materialmente aprirà le barriere per tutti in modo totale entro i prossimi quattro anni.