I topi e le donnole (favola di Esopo)
n. 237
Era scoppiata la guerra tra i topi e le donnole. I topi che venivano sempre sconfitti, fecero una riunione tutti insieme e conclusero che la causa dei loro insuccessi era la mancanza di un capo. Di conseguenza, dopo aver scelto alcuni di loro, per alzata di mano li nominarono strateghi. Costoro, per distinguersi dagli altri, fabbricarono delle corna e se le applicarono. Ma, quando divampò la battaglia, i topi, sbaragliati in massa, cercarono rifugio nei buchi e, mentre tutti gli altri vi si insinuarono facilmente, i capi non riuscirono a infilarsi per colpa delle corna. E così vennero catturati e divorati.
Nello stesso modo la vanagloria è per molti fonte di guai.
Pubblico la favola di Esopo solo come pretesto "leggero" per ricordare oggi, 25 aprile, l'insegnamento della storia che vale ancora oggi riguardo al giusto equilibrio fra autorità e autorevolezza, che sta alla base della nostra società civile e politica.
La troppa autorità che porta all'autoritarismo e di contro l'autorevolezza che si basa su un riconoscimento di valore della persona e di leadership volontariamente riconosciuto dai cittadini. Il timore contro la stima e i pericoli dell'indifferenza latente di oggi rispetto a certe tematiche.
Pensando alla festa della liberazione, se ci interessa uscire un minimo da pericoli di retorica di circostanza, credo sia importante riprendere questi concetti per due motivi. Il primo è ricordare come la Repubblica sia nata dopo un'esperienza dura di vent'anni di dittatura e da una guerra mondiale e il secondo è quanto ci sia utile di ricordare tutto ciò come insegnamento storico nella nostra vita di donne e uomini del secondo millennio.
Il ricordo porta a momenti storici importanti, su cui oggi saranno spese innumerevoli parole, e giustamente. Pensiamo però che la vita tutto sommato "tranquilla", rispetto a quei periodi storici, che ci possiamo permettere di condurre oggi non ci deve far perdere la percezione di quanto importante e fondamentale sia il nostro esercizio di partecipazione che ognuno di noi deve e può esprimere nella propria vita tutti i giorni. Non mi riferisco ovviamente solo al momento politico-elettorale, quanto alle esperienze che con tempi diversi possiamo realmente contribuire a costruire, come sta accadendo a molti di noi che si stanno impegnando nella costruzione di una nuova formazione politica, quale il Partito Democratico.
Quindi, senza farla lunga, l'augurio che ognuno di noi ricordi sempre, nell'esercizio delle proprie responsabilità grandi e piccole, che la partecipazione è democrazia, che questa è stata una nostra conquista, costata la vita di molti nostri concittadini nel passato, e che quindi ne dobbiamo sentire con umiltà il peso anche in dimensioni che sembrano più piccole e limitate come quelle della costruzione di un partito su scala locale. La dimensione territoriale infatti non può e non sminuisce la portata dei valori implicati. E infine, per tornare a Esopo, che in democrazia l'autorevolezza si conquista attraverso la stima di coloro che delegano. Ciò significa che anche se abbiamo una porcata di legge elettorale, che di per sé annulla il meccanismo di scelta dei candidati e quindi di delega attraverso il voto eccettuato per la sola scelta del partito, pensiamo che dobbiamo operare ogni giorno e fin dal nostro piccolo per tornare a far affermare una politica veramente"autorevole" e degna di rispetto. In questo senso il nostro neonato PD, anche attraverso la funzione strategica dei circoli territoriali, rappresenta sicuramente una grande occasione.
Buon 25 aprile a tutti.
Daniele