mercoledì 10 ottobre 2007

Civiltà, legalità e partecipazione

Intervento pubblicato su "Il Tirreno", Livorno ottobre 2007.

Civiltà, legalità e partecipazione. Tre parole che stanno insieme se non altro perché hanno caratterizzato gli eventi cittadini di quest’estate. Ancora una volta molti i problemi suscitati, anche gravissimi, e di contro purtroppo una percezione di sconcertante inadeguatezza della politica nella qualità e nei modi delle risposte.
Si pone cioè la domanda sulla cosiddetta “qualità della governance” che tradotto significa capire con che spirito, con riferimento a quali valori e con quale capacità progettuale agisce chi ha il compito di tradurre la politica in atti concreti.
Civiltà. Il primo riferimento che mi viene in mente va innanzitutto alla tragedia dei bambini rom e mi fa porre una domanda semplice a cui, con tutto il rispetto, il blog aperto dal sindaco da poca risposta. Quale è il progetto sociale proiettato realisticamente su un medio-lungo termine in cui tutti i problemi di una intera comunità cittadina (e il capitolo rom è solo una parte) possano essere, per quanto possibile, trasformati in valore ed opportunità per tutti? Possibile che non si riesca ad innescare un dibattito serio e veramente allargato a tutti i cittadini (e non solo agli operatori) circa la qualità e i risultati della politica sociale sul nostro territorio?
Legalità. Mi viene a mente l’episodio dei famosi quadri ritrovati nella sede della Porto di Livorno 2000 e al resto delle vicissitudini che hanno coinvolto la stessa società nei mesi scorsi, per come riportate. Perché, data la rilevanza strategica di una tale realtà aziendale e viste le gravi accuse mosse, non si innesca un dibattito più largo sui livelli di legalità e trasparenza rispetto ad ambiti economico-produttivi fondamentali per Livorno? Anche in questo caso la politica dov’è e che cosa propone con serietà e competenza, almeno per fare pulizia e riportare in alto il livello di legalità percepita?
E infine, appunto, la partecipazione. E qui penso alle primarie del Partito Democratico, altro grande evento. E’ nata come grande occasione di partecipazione e molti cittadini, me compreso, così l’hanno vista e per questo si erano preparati con percorsi associativi e informali cominciati più di un anno fa. Nonostante che si sapesse che le liste che verranno votate il 14 ottobre saranno “bloccate” (cioè senza possibilità di dare il voto di preferenza su candidati singoli) ci si immaginava che almeno si riuscisse a creare una dinamica alta di coinvolgimento a livello locale riguardo alla formazione dei nomi da inserire, come ho saputo che in altre città si è verificato. Poco o niente di questo, da noi in larga parte si è proceduto a costruire le liste per cooptazione fra amicizie e contatti personali e in sostanza in pochi hanno stabilito prima nomi e candidati che rimarranno “fissi”. E allora? Io la fiducia, nonostante ciò, non l’ho ancora persa e andrò a votare. Mi domando però se sia forse una certa vecchia politica che ha perso totalmente la fiducia nei cittadini e ha ancora tanta paura di confrontarsi con nuove modalità più partecipate.
Caro Vescovo Ablondi hai tremendamente ragione. Noi livornesi dobbiamo darci una smossa e lo si deve fare con coraggio, responsabilità e onestà intellettuale da parte di tutti, costi quello che costi.

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