Intervento pubblicato su "Il Tirreno"
Daniele Bettinetti
Il punto. Il PD è nato, ok. Abbiamo avuto le primarie, liste bloccate a parte, ma tali bene o male lo sono state. E adesso?
Gli organismi, seppur provvisori e di transizione sono nati e hanno già cominciato ad operare. Difficile è sparare giudizi o opinioni a caldo che possano interessare qualcuno in più di un po’ di addetti ai lavori o “praticoni” della politica. Anzi forse la cosa da notare è proprio questa, cioè (a parte qualche blog e qualche articolo di giornale) la sostanziale mancanza di circolazione di informazioni o notizie per far capire che sta succedendo a chi è andato a votare alle primarie. L’impressione è che ci sia un grande incontro/scontro fra “vecchio” e “nuovo”, se così si può semplificare, laddove il primo tenta di far circolare poche notizie, seminare scontento e depressione e stringere i ranghi al proprio interno e il secondo ha bisogno (ma questo è anche il suo punto di forza) di creare occasioni di partecipazione vera e non solo demagogica. Nessuno scandalo o melodramma, sappiamo tutti che è così e così probabilmente è fisiologico che sia.
Perchè partecipazione non è solo fare un gran battage al momento delle elezioni o primarie che dir si voglia ma è anche e soprattutto capire quale è la reale filosofia e volontà di coinvolgimento di tutti e con che modalità si deve attuare la partecipazione reale. Stiamo parlando cioè di come dare realtà al significato dell’aggettivo che è parte del nome del nuovo partito. Senza tanti giri vediamo allora che cosa abbiamo nel “piatto”.
Al di là dei dettagli (di cui si spera tutti gli elettori delle primarie potranno essere messi al corrente al più presto in modo esaustivo) ci sono le elezioni dei candidati/delegati che andranno a formare le assemblee comunali e provinciali (fine mese). Cerchiamo di essere quindi seri e, nel merito, capire come si può utilizzare questa opportunità per innescare un vero rinnovamento.
Sintetizzo e ritengo che ora l’occasione pratica per tentare un vero rinnovamento esiste e sta in due punti semplici e non di meno fondamentali:
1) informarsi, superare eventuali mal di pancia legittimi e semi-delusioni (le provo anch’io), andare a capire dove sono i propri circoli e andare a votare i propri delegati. Quanti più siamo tanto più si evitano i rischi di cooptazioni di amici e parenti di chi ha sicuramente anni di pratica nella “gestione” di questi meccanismi. Agire diversamente, per quanto comprensibile, sarebbe un grande autogol se si crede ancora nel PD.
2) E’ previsto un meccanismo di autocandidatura. Chiunque (sul serio!) se ritiene può, credo entro un termine di sessanta minuti prima del momento del voto, candidarsi a delegato comunale o provinciale presso il proprio circolo. I dettagli chiedeteli a chi ce li deve dare (coordinamento e assemblea provinciale) ma par di capire che la procedura è semplice. Non è anche questa una bella occasione per passare dalle parole (lamentate) ai fatti in modo propositivo e mettersi in gioco personalmente?
Secondo me ora, più che prima, ci stiamo giocando le vere opportunità per avere una organizzazione vera e partecipativa e non un partito fatto di deleghe “in bianco” dove alla fine si contano tante lamentele, poca partecipazione, qualche politicuccio locale che poi non ha neanche una vera base di elettori, con buona pace di quel “democratico” che sta nel nome del partito. Quindi: i giochi “vecchi” saranno scardinati e innescheremo un vero nuovo corso o no? Vedremo, intanto però almeno giochiamo perché la partita è ancora apertissima e può interessare tutta la vita politica e democratica generalmente intesa.
Daniele Bettinetti
Il punto. Il PD è nato, ok. Abbiamo avuto le primarie, liste bloccate a parte, ma tali bene o male lo sono state. E adesso?
Gli organismi, seppur provvisori e di transizione sono nati e hanno già cominciato ad operare. Difficile è sparare giudizi o opinioni a caldo che possano interessare qualcuno in più di un po’ di addetti ai lavori o “praticoni” della politica. Anzi forse la cosa da notare è proprio questa, cioè (a parte qualche blog e qualche articolo di giornale) la sostanziale mancanza di circolazione di informazioni o notizie per far capire che sta succedendo a chi è andato a votare alle primarie. L’impressione è che ci sia un grande incontro/scontro fra “vecchio” e “nuovo”, se così si può semplificare, laddove il primo tenta di far circolare poche notizie, seminare scontento e depressione e stringere i ranghi al proprio interno e il secondo ha bisogno (ma questo è anche il suo punto di forza) di creare occasioni di partecipazione vera e non solo demagogica. Nessuno scandalo o melodramma, sappiamo tutti che è così e così probabilmente è fisiologico che sia.
Perchè partecipazione non è solo fare un gran battage al momento delle elezioni o primarie che dir si voglia ma è anche e soprattutto capire quale è la reale filosofia e volontà di coinvolgimento di tutti e con che modalità si deve attuare la partecipazione reale. Stiamo parlando cioè di come dare realtà al significato dell’aggettivo che è parte del nome del nuovo partito. Senza tanti giri vediamo allora che cosa abbiamo nel “piatto”.
Al di là dei dettagli (di cui si spera tutti gli elettori delle primarie potranno essere messi al corrente al più presto in modo esaustivo) ci sono le elezioni dei candidati/delegati che andranno a formare le assemblee comunali e provinciali (fine mese). Cerchiamo di essere quindi seri e, nel merito, capire come si può utilizzare questa opportunità per innescare un vero rinnovamento.
Sintetizzo e ritengo che ora l’occasione pratica per tentare un vero rinnovamento esiste e sta in due punti semplici e non di meno fondamentali:
1) informarsi, superare eventuali mal di pancia legittimi e semi-delusioni (le provo anch’io), andare a capire dove sono i propri circoli e andare a votare i propri delegati. Quanti più siamo tanto più si evitano i rischi di cooptazioni di amici e parenti di chi ha sicuramente anni di pratica nella “gestione” di questi meccanismi. Agire diversamente, per quanto comprensibile, sarebbe un grande autogol se si crede ancora nel PD.
2) E’ previsto un meccanismo di autocandidatura. Chiunque (sul serio!) se ritiene può, credo entro un termine di sessanta minuti prima del momento del voto, candidarsi a delegato comunale o provinciale presso il proprio circolo. I dettagli chiedeteli a chi ce li deve dare (coordinamento e assemblea provinciale) ma par di capire che la procedura è semplice. Non è anche questa una bella occasione per passare dalle parole (lamentate) ai fatti in modo propositivo e mettersi in gioco personalmente?
Secondo me ora, più che prima, ci stiamo giocando le vere opportunità per avere una organizzazione vera e partecipativa e non un partito fatto di deleghe “in bianco” dove alla fine si contano tante lamentele, poca partecipazione, qualche politicuccio locale che poi non ha neanche una vera base di elettori, con buona pace di quel “democratico” che sta nel nome del partito. Quindi: i giochi “vecchi” saranno scardinati e innescheremo un vero nuovo corso o no? Vedremo, intanto però almeno giochiamo perché la partita è ancora apertissima e può interessare tutta la vita politica e democratica generalmente intesa.